STILL DIETS
Cibo, potere e arte.

Il cibo è costantemente una priorità importante dell’uomo. Non solo perché con esso ci nutriamo e sosteniamo, ma perché da sempre ha rappresentato l’evoluzione culturale e sociale dell’umanità. Da raccoglitori ad agricoltori, da cacciatori ad addomesticatori l’uomo si è evoluto con esso, si è adattato e ha fondato civiltà, modificato l’ambiente. Il cibo è amicizia. La tradizione antica – ma che ancora oggi sopravvive quando si fa visita a qualcuno offrendogli un caffè o biscotti – dell’offrire cibo a un visitatore, rappresentava la non ostilità verso uno straniero. Offrendogli cibo, condividendo con esso il bene primario di sostentamento e che in tempi antichi sicuramente scarseggiava, lo si accettava come amico.
Il cibo è arte, tra banchetti affrescati sulle pareti degli antichi romani, fino a quelli medievali o rinascimentali è soprattutto tra il Seicento e il Settecento che il cibo verrà celebrato attraverso una diffusione massiccia delle nature morte.



Non solo un memento mori del tempo che passa, quelle composizioni di cibarie raffinatamente rappresentate, celavano le risorse finanziare e la disponibilità di viveri dei committenti delle opere. La loro produzione e diffusione si avrà per mezzo di quegli aristocratici arricchiti, come banchieri o commercianti sprovvisti di titoli nobiliari. Per ostentare la propria ricchezza cosa c’era di meglio che mostrare le tavole imbandite di ogni ben di Dio?
Dan Bannino attraverso il suo progetto fotografico Still Diets coniuga i fasti pittorici dei vecchi Maestri barocchi e dei chiaroscuri caravaggeschi alle strane abitudini alimentari dei personaggi famosi e celebrità attuali – i nuovi “aristocratici”.
Illuminata dall’alto la composizione acquista una sensazione vibrante e pittorica, elevando la banalità di una lattina di Coca Cola, un bicchiere di McDonald’s o un vasetto di omogenizzati ad opere di valore.



Non cibo statico, da contemplare come dietro a un vetro mentre si aspetta il proprio turno alla mensa, ma cibo consumato, mangiato, come se il commensale si fosse appena alzato dal tavolo ormai sazio.
Tra vanità e ostentazione, il cibo, esattamente come secoli addietro, diventa un mezzo non solo di sostentamento ma anche di eccesso, vizio, eccentricità. Certo ora non è più un problema procurarsi da mangiare e difficilmente si ostenta benessere attraverso i piatti in tavola, ma resta pur sempre il fatto che quando apri il frigo e ti ritrovi con un limone e un panetto di burro, capisci che puoi solo piangere… o ordinare da asporto.



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