Ciao Elio, una Vita per l’Arte e La Moda
Proprio mentre stavamo mandando in stampa questo numero è giunta in redazione la notizia della scomparsa di Elio Fiorucci. Un immenso dispiacere...

Bruce Springsteen ha dichiarato che quando il Metropolitan gli ha chiesto un oggetto simbolo della sua personalità lui ha consegnato la sua chitarra e i blue jeans Fiorucci. Vivienne Westwood ha detto “È il maestro di tutti noi”. Chi dice Fiorucci dice moda. Il suo nome è legato a uno dei marchi più innovativi di sempre che ha rivoluzionato lo stile dei giovani di tutto il mondo. Antesignano del concept store, ha girato tutto il mondo in cerca di idee e ispirazioni, inseguendo un’utopia di amore, bellezza e armonia.
Un sogno veicolato anche attraverso i suoi negozi: da Milano e New York, essi sono luoghi di incontro e crocevia privilegiati di intellettuali e artisti. Classe 1935, milanese, partendo dai jeans e cambiandone la vestibilità, dà vita negli anni ’70 allo “stile Fiorucci”, che adotta come marchio i famosi due angioletti, un’immagine vittoriana reinterpretata dall’architetto Italo Lupi.
Dopo la cessione, nel 1990, del marchio a una società giapponese, crea nel 2003 il nuovo marchio Love Therapy. Creatività, sensualità, ottimismo e colore sono le linee guida di questo nuovo progetto, attraverso il quale il grande stilista continua a lasciare la sua impronta inconfondibile nel mondo del fashion. Vegetariano convinto, da anni si batte per i diritti degli animali ed è uno strenuo sostenitore di una produzione etica ed eco-sostenibile, nel rispetto dell’ambiente e di tutte le creature che lo abitano.

Cosa vuol dire oggi innovare davvero nella moda?
In cosa differisce l’attuale generazione di stilisti rispetto a quella degli anni ‘70 e ‘80?
Sono cambiati i canoni della bellezza, quali le tendenze che vanno per la maggiore e cosa chiedono oggi le donne al mondo del fashion?
La moda pensa a sufficienza alle donne over 50 o rischia in molti casi di metterle in po’ da parte?

Si può conciliare trendy e low cost per rendere la moda un po’ più “democratica” e, quindi, accessibile? Gli stranieri forse riescono a farlo meglio di noi...
Le istituzioni sostengono a sufficienza il made in italy e si dà abbastanza spazio ai giovani stilisti per esprimersi?

Sei ambasciatore expo. Per te il tema dell’alimentazione è molto importante, essendo un vegetariano convinto...
Ed expo come si inserisce in questa riflessione?
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